Ministro Silveira brinda. Proteste di indigeni e ambientalisti.
Le compagnie petrolifere Petrobras, ExxonMobil, Chevron e Cnpc si sono aggiudicate 19 blocchi per l’esplorazione di petrolio e gas in Brasile, nel bacino di Foz do Amazonas, al largo della foce del Rio delle Amazzoni, in un’asta indetta dall’Agenzia nazionale del petrolio.
La società statale Petrobras ed ExxonMobil, in un consorzio al 50% ha vinto l’asta per i diritti di dieci delle aree, mentre le altre nove sono state assegnate a un raggruppamento composto da Chevron (65%) e dalla società statale cinese Cnpc (35%).
I due consorzi hanno pagato un totale di 844 milioni di reais (circa 153 milioni di dollari o 133 milioni di euro) per i diritti di esplorazione di 16.200 chilometri quadrati.
L’asta, che si è tenuta a Rio de Janeiro, è stata oggetto di proteste di rappresentanti delle popolazioni indigene e delle organizzazioni ambientaliste.
La direttrice esecutiva dell’Istituto Internazionale Arayara, Nicole Figueiredo de Oliveira, ha dichiarato al portale Uol che i blocchi nel bacino di Foz do Amazonas, sono stati offerti senza “un’adeguata analisi ambientale. Si tratta di aree sensibili che sono state messe a gara nell’anno della COP30 e che rischiano di non essere autorizzate, come accade per il Blocco 59 FZA-M-59, alla foce dell’Amazzonia, per il quale Petrobras sta chiedendo il via libera”.
L’Agenzia ha offerto un totale di 47 concessioni. Il ministro dell’Energia brasiliano, Alexandre Silveira, ha celebrato i risultati dell’asta che ha superato le aspettative con oltre 156 milioni di euro complessivi (989 milioni di reais) in bonus di firma, garantendo oltre 229 milioni di euro (1,45 miliardi di reais) in investimenti esplorativi: il miglior risultato per le entrate statali nella storia delle concessioni, si legge in una nota ufficiale. “Una dimostrazione che siamo sulla strada giusta”, ha commentato il ministro.
È la prima volta dal 2003 che il governo mette all’asta aree della regione. Negli ultimi anni, le difficoltà nell’ottenere le licenze ambientali avevano spaventato gli investitori.
Fonte: ANSA.it